Care compagne, cari compagni, care amiche e cari amici.
Lavoro, salute, diritti, difesa dell’ambiente e solidarietà internazionale non sono vuote parole!
Sono le fondamentali rivendicazioni che noi, organizzazioni politiche, forze sindacali e movimenti vogliamo raggiungere insieme.
Noi sappiamo bene perché siamo riuniti qui fisicamente, malgrado le difficoltà del momento, su questa Piazza! In Svizzera lo facciamo ininterrottamente dal 1890.
Ogni progresso sociale, dal più piccolo al più grande, qui e altrove, può essere raggiunto solo attraverso la responsabilizzazione, la mobilitazione e le lotte collettive.
Queste mobilitazioni forgiano la coscienza collettiva, cambiano gli equilibri e i rapporti di potere, permettendo ai lavoratori e alle persone sfavorite di difendersi e vincere contro la forza del capitale, con le sue molteplici forme di divisione e sfruttamento.
Questo 1° Maggio si svolge in un contesto particolare, preoccupante e incerto, che richiede tanta determinazione e tanta capacità di reinventare il futuro, per superare e combattere gravissime emergenze.
Il lato più oscuro è la tragedia di chi muore in mare a causa delle più immorali ingiustizie: la violenza e la povertà. È quello della presenza di forze reazionarie, nazionaliste e neoliberali in molti paesi.
Queste forze sono all’opera anche in Europa e bisogna fermarle!
A Berna, le maggioranze borghesi nel governo e nel parlamento non si fanno scrupolo di ignorare gli interessi dei lavoratori, degli inquilini e degli assicurati, e servono spudoratamente gli interessi delle lobby e del capitale.
Continuiamo ad assistere al dirottamento dell’aiuto allo sviluppo a vantaggio degli interessi economici svizzeri, all’estensione della vendita di armi a paesi in guerra, a un’eccessiva titubanza nella lotta contro il CO2.
Continuiamo ad assistere a un’iniqua politica fiscale, che perpetua i privilegi, all’indebolimento del servizio pubblico, al rifiuto della protezione dei lavoratori più anziani e delle persone vulnerabili dai licenziamenti.
Per non parlare della negazione, malgrado le forti mobilitazioni di questi ultimi anni, dei diritti economici e sociali delle donne.
Certo, ora, doverosamente, lo Stato interviene per limitare i danni di questa mortale pandemia, ma tutti gli studi confermano che le disuguaglianze, a tutti i livelli, si stanno ampliando in modo sempre più drammatico.
Se non s’interverrà in modo deciso e coraggioso, le conseguenze potrebbero incamminarsi su strade molto pericolose: quelle dell’egoismo più ottuso e dell’autoritarismo più bieco e nefasto!
Disoccupazione, incertezza e precarietà non hanno mai portato nulla di buono!
L’enorme ondata popolare che nel mondo ha riunito centinaia di migliaia di giovani e adulti in difesa del clima non deve essere archiviata o relegata in secondo piano a causa dell’attuale emergenza pandemica, ma deve essere valorizzata.
In primo luogo perché si tratta di una priorità e poi perché mette in discussione il modello economico dominante, di predazione, produzione e consumo, imposto dai paesi industrializzati e dalle multinazionali.
Il modello economico in cui viviamo è fatale per il clima e per la giustizia sociale e quindi la trasformazione climatica del sistema economico avrà successo solo se accompagnata dalla giustizia sociale!
Ora, più che mai, dobbiamo saper cogliere i segni di speranza e cambiamento.
L’emergenza mondiale di tipo sanitario esige da parte degli Stati ingentissime risorse finanziarie per attenuarne le conseguenze economiche. Cosa che ha smascherato in modo inequivocabile le contraddizioni di un sistema ingiusto, fondato sulla concentrazione della ricchezza.
La Gioventù socialista ha lanciato l’iniziativa 99%, che sta entrando ora nel vivo della campagna. Non accolta dalla maggioranza borghese del Parlamento, andrà in votazione probabilmente a settembre.
Si tratta di tassare maggiormente il reddito da capitale accumulato dall’1% più ricco della popolazione, per favorire il restante 99%, che produce quella ricchezza.
Noi vi invitiamo a sostenerla con entusiasmo, per la sua valenza sostanziale e simbolica.
Ol diàuro o chiàghia sempro in dra mota granda ! (Il diavolo la fa sempre là … dove ce n’è già tanta…), come si dice in buon dialetto.
Si tassino quei miliardari che non vivono del loro lavoro, ma di quello degli altri e che accumulano ulteriori smisurate ricchezze esclusivamente grazie agli ingentissimi capitali che già possiedono!
Compagne, compagni, amiche e amici!
Rispetto, responsabilità, lotta e solidarietà dovranno guidare le nostre azioni.
Servono risorse per l’azione dello Stato, unica àncora di salvezza nei momenti di crisi; per la salute e la previdenza; contro la disoccupazione e la precarizzazione selvaggia del lavoro.
Ma per poterlo fare serve una più decisa ridistribuzione della ricchezza!
Viva il Primo Maggio!
Yannick Demaria