Abbassare i costi per la salute? Non si può! Finanziare l’AVS? Forse, però con i sacrifici di chi lavora. Contrastare l’emergenza climatica? Sì, proviamoci, ma piano. E se sì, facciamola pagare al ceto medio e a chi è già in difficoltà.
Non va bene! La gente è confusa, non crede più alle promesse della politica, è scontenta e reagisce. Troppo spesso lo fa in modo scomposto e irrazionale, identificando in chi sta peggio la causa di tutti i mali. A volte – è il caso delle donne e dei giovani – si esprime e manifesta, proponendo nuovi modelli di società. Una cosa comunque è chiara: è urgentissimo adottare soluzioni incisive e coordinate per far fronte a queste emergenze e, al tempo stesso, alle ingiustizie.
Un recente studio del Credito Svizzero indica che nella Confederazione 980 persone dispongono di una fortuna superiore ai 100 milioni di dollari. La rivista americana Forbes afferma che nel nostro paese vivono 33 miliardari, con una ricchezza complessiva di 107 miliardi, mentre il bisettimanale Bilanz scrive che nel 2018 le 300 famiglie più ricche in Svizzera possedevano una fortuna accumulata di 675 miliardi.
L’Amministrazione federale delle contribuzioni ci informa che dal 2003 al 2015 la fortuna netta della minoranza più ricca era aumentata del 43%.
Il 2 aprile la Gioventù socialista svizzera ha depositato alla Cancelleria federale 134’000 firme a favore dell’iniziativa popolare denominata 99%, che intende imporre fiscalmente in modo più marcato il reddito dei grandi capitali, diminuendo le imposte sui salari. I giornalisti più attenti la definiscono un’« imposta sull’arricchimento », che richiama al senso di responsabilità l’1% dei residenti più ricchi, a vantaggio del 99% della popolazione, punto di riferimento della stessa GISO.
Nel suo Il prezzo della disuguaglianza (2012), il premio Nobel per l’economia Joseph E. Stiglitz ci ricorda che “le società caratterizzate da una diffusa disuguaglianza non funzionano in modo efficiente e le loro economie non sono né stabili né sostenibili nel lungo periodo”. È evidente che la questione climatica ci obbligherà a ripensare le nostre scelte e a costruire un nuovo patto sociale e un progetto solidale. Non adottare soluzioni globali per risolvere le singole emergenze, anche quelle sociali, sarebbe perciò iniquo e inefficace! Chi accumula ingente ricchezza dovrà dimostrare, per l’interesse collettivo, una vera responsabilità civica attraverso una migliore fiscalità.
È doveroso ridurre le spese per la Cassa malati e per l’alloggio. È urgente risanare e potenziare l’AVS e aumentare il reddito disponibile delle famiglie. È necessario investire per creare lavoro, istruzione e ricerca. È indispensabile contrastare da subito gli effetti della crisi climatica, senza farne pagare il prezzo sempre alle stesse persone. E, se il sistema fiscale è ingiusto, bisognerà modificarlo.
I soldi ci sono. Si tratta di ridistribuirli in modo più equo e utilizzarli con lungimiranza. Per una buona politica e una buona economia.
di Yannick Demaria, candidato GISO al Consiglio nazionale
Articolo apparso su LaRgione il 12.10.2019.