La votazione del 15 maggio sul pareggio dei conti dello Stato sarà fondamentale per il futuro del nostro Cantone.
Per il futuro dei propri giovani, il Ticino necessita di promozione economica, formazione, cura del territorio e dell’ambiente, cultura, sicurezza, giustizia e di una robusta rete di servizi a sostegno della socialità e della salute, mentre l’invecchiamento della popolazione impone investimenti sempre più importanti. Lespese aumentano per dei bisogni reali e non è di certo il pareggio di bilancio la vera priorità.
Il disavanzo attuale non è causato solo dalle spese, ma anche dai buchi milionari provocati dagli sgravi fiscali – almeno 300-400 milioni di franchi annui – degli ultimi 25 anni. In contraddizione con gli obiettivi dichiarati del decreto, i promotori (sempre le destre) hanno richiesto ulteriori sgravi fiscali, per altri 300 milioni di franchi annui. Insomma, quelli che costringeranno lo Stato a ridurre servizi e investimenti senza prevedere nuove entrate sono gli stessi che vorrebbero ancora sgravare gli alti redditi, guardandosi bene dal dichiarare dove e come tagliare.
Per il bene di un’economia fragile come quella ticinese, lo Stato deve essere messo nelle condizioni di poterla stimolare con i necessari investimenti. Che si debbano utilizzare le risorse in modo oculato è evidente, ma bisogna far sì che lo Stato possa agire senza imposizioni dannose, ideologiche e autolesionistiche. Del resto, come indicato dall’ultimo consuntivo, le finanze non sono fuori controllo. Inoltre, non sono le fasce più deboli o il ceto medio a dover pagare le conseguenze di un risanamento finanziario. In vista di un periodo difficile per i salariati e le salariate (aumento dei prezzi senza aumento dei salari), bisogna dire di NO a questa politica miope e unilaterale.